Il sincretismo religioso è una
convergenza di elementi ideologici, appartenenti a due o più culture
o dottrine diverse. Molte divinità del passato sono un il risultato
dell'unione di più aspetti di altre divinità. Accade in tutte le
culture, cosi capita di trovare somiglianze tra le divinità di
epoche e culture differenzi. Divinità simili si trovano tra gli
egizi, i sumeri, i greci, gli Dei indiani del Mahabharata, o delle
culture precolombiane, scandinave e celtiche. Molte aspetti di queste
divinità pagane sono riconducibili ai santi e martiri cristiani.
Yahweh non fa eccezione, egli è il
frutto di questo sincretismo.
Yahweh/Enki
Il dio sumero Enki era conosciuto anche come Bu.Zur, che può essere tradotto sia
come "colui che conosce i segreti" ma anche come "Lui che abita
le miniere" riferito al fatto che fu nelle miniere dell’ Ab.Zu
che gli Anunnaki prima, e l’ uomo poi,estraevano i minerali
preziosi. Ciò rimanda alla frase che Yahweh rivolse a Ciro: "L’ argento e l’ oro sono miei,
[…] io ti donerò tesori nascosti e ricchezze celate" (Isaia 45:3).
Il simbolo di En.Ki era il serpente. In alcune raffigurazioni i serpenti sono due e si attorcigliano attorno ad un albero. Ciò rimanda all'immagine del DNA. En.Ki secondo le tavolette sumere è l'artefice della creazione dell'umanità, coadiuvato da suo figlio Nin.Gish.Zid.Da e dalla Dea Nin.Mah.
Yahweh/Ner.Gal e Nin.Ur.Ta
L'episodio della Bibbia nel quale Dio distrugge Sodoma e Gomorra analizzato in alcuni dettagli ci
rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra. Entrambi i
racconti contengono elementi che hanno evidenti similitudini. piogge
di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità
iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra,
due città "corrotte allo sguardo di Dio", mentre nell’Epica di
Erra ad essere distrutte sono la zona del Mar Morto e Sumer. Nel
racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne
constatato la corruzione e il peccato, mentre nel testo sumero a
condurre l’attacco sono due divinità distinte, ma delle quali una
in particolare si accanisce in maniera spietata, il dio
Erra. Questo nome è uno degli epiteti di Ner.Gal, figlio di En.Ki e
fratello di Marduk, marito di E.Resh.Ki.Gal e quindi re dell’Ab.Zu.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di
Babilonia e di Nippur. E’ per questo che Nin.Ur.Ta e Ner.Gal,
chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed
Erra (colui che annienta), vengono autorizzati ad usare le "sette
armi del terrore" contro le città conquistate da Nabu. Nel
racconto biblico è famoso il passaggio in cui si descrive la morte
della moglie di Lot che, fermatasi ad assistere alla distruzione
delle città, venne tramutata in una ‘colonna di sale’. Il
termine esatto che viene utilizzato nello scritto ebraico è "Netsiv
Melah". Ma se come è probabile questo racconto è un eco
dell'Epica di Erra, scritto in sumero, si deve chiarire che il
termine Melah deriva dal sumero Ni.Mur che significava sia ‘sale’
che ‘vapore’. Nell’ epica di Erra, il dio Ner.Gal conducendo l’
attacco dichiara che "Le genti io farò scomparire[…] le loro
anime tramuterò in vapore" e il termine utilizzato è proprio
Ni.Mur.
Yahweh/Ish.Kur
Uno dei nomi che
veniva dato a En.Lil era Ilu.Kur.Gal che trova il suo corrispondente
nell’ ebraico El Shaddai, Signore delle Montagne. Ma esisteva anche
un altro ‘Signore delle Montagne’ nel territorio mesopotamico,
precisamente nella parte più a est. Era il figlio minore di En.Lil
conosciuto dai sumeri come Ish.Kur e dagli accadi come Adad. Il suo
regno era la parte nord dell’ Asia Minore, dove svetta la catena
del Tauro. Il nome Ish.Kur è legato alle montagne dalla radice Kur,
ma il sillabico Ish è sempre stato controverso. Questa parola veniva
tradotta in accadico con Shaddu, ed è da questo termine che deriva
l’ebraico Shaddai. Inoltre alcuni passi dei salmi (135:7) e del
libro di Giobbe parlano di Dio come di colui che chiama la pioggia e
le nubi durante l’Esodo. In altri punti della Bibbia si parla di
Dio dicendo "Al suono della sua voce rombano le acque, […] egli
produce i fulmini e le nubi[…] e libera i venti dalle loro
riserve". Dio era quindi legato alle tempeste,
e Ish.Kur era appunto il Dio delle tempeste. In tal veste era adorato
come Adad dagli accadi e come Teshub dagli ittiti e hurriti.
Yahweh/Nin.Gish.Zid.Da
Yahweh/El
Questa molteplice possibilità di
identificare Yahweh con varie divinità, si spiega con il fatto che tra l’
epoca sumero accadica e l’ avvento del monoteismo ebraico ci sono
comunque oltre 1000 anni di storia, e tra la civiltà sumera e
la stesura della Bibbia ci son oltre 2000 anni. Durante questo arco di
tempo la Mesopotamia fu frazionata in tanti regni, si succedettero
tante dinastie di re, tanti popoli, ognuno dei quali venerava un
particolare dio derivato dal pantheon sumero. Questa venerazione
avveniva sistematicamente riconoscendo anche gli altri dei ma
eleggendone uno a "divinità principale o nazionale". E’ questa
la chiave che ci porta a comprendere la "nascita di Yahweh".
Due popoli, con le rispettive religioni, sono essenziali in questo
cammino. Gli Ittiti e gli Assiri. Gli Ittiti erano un popolo
proveniente dai Balcani e stabilitosi nell’Anatolia del sud nel II
millennio a.C., un'epoca successiva all’espandersi della civiltà
sumera e alla nascita del primo regno di Babilonia. La prima vera fase
in cui gli Ittiti si diffusero coincide con la adozione della città
di Hattusa come loro capitale. Venendo in contatto con le popolazioni
circostanti,gli Ittiti adottarono un pantheon misto che si rifaceva
in gran parte alle divinità dei sumeri. Nei loro scritti sono
menzionati Utu e Teshub assieme ad altre divinità di più difficile
identificazione. Ma Utu è ben identificabile nell’omonimo Dio del
sole sumero, e Teshub è altrettanto identificabile nella versione
hurrita di Ish.Kur/Adad. Fu con gli Ittiti che molti degli
dei‘giovani’ sumeri trovarono un nuovo nome e un loro
culto. E’ interessante notare che di volta in volta questi "Dei
nazionali" venivano venerati attribuendogli opere di altri Dei. In
parallelo a questa azione però gli Ittiti furono i primi a
distaccarsi dalle tradizioni mesopotamiche e creare una nuova
religiosità basata sul culto dei morti e su un nuovo concetti di
aldilà. Fu con loro che gli Dei, da esseri in carne ed ossa che
vivevano con il popolo, diventano delle entità da venerare come "rappresentazioni" o "incarnazioni" di concetti astratti, come
per esempio Illuyanka come incarnazione delle forze del caos e Teshub, Dio della tempesta, come "portatore di ordine".
Gli Assiri invece erano un popolo che
abitava la zona a nord-est della Mesopotamia, ai piedi dei monti
Zagros, ed erano fortemente imparentati con i babilonesi. Erano un
popolo molto combattivo le cui tracce ci arrivano già a cavallo del
1900 a.C. con l’ inizio del loro primo regno. La religione
Assira era una versione quasi speculare di quella babilonese del
periodo in cui Marduk era Dio nazionale di Babilonia. Il suo
corrispondente era Ashur, un Dio molto violento, che veniva
rappresentato con gli attributi di precedenti
divinità sumero accadiche. Alcune rappresentazioni lo ritraggono all’interno del disco solare, solitamente associato alle divinità sumere
e in particolare a Utu, altre volte ha in mano il tridente, tipico di
Ish.Kur, altre volte in mano porta una sorta di "cesta" che
vediamo in molte rappresentazioni di Marduk. La figura di Ashur
successivamente si evolvette nel Aleyan-Baal, arrivato a noi tramite
i fenici, ma adorato precedentemente da tutti i popoli canaanei.
Questo Baal é il punto focale della trasformazione degli dei
mesopotamici nella figura che poi nell’ebraismo fu adorata come
El/Yahweh. Il Baal della mitologia canaanita è la prima figura che
prende su di se gli attributi di tutte le principali divinità
precedenti. Nel pantheon canaaneo Baal era figlio di El, e veniva
chiamato Baal’Hadad, un riferimento a quel Adad accadico
incarnazione del sumero Ish.Kur di cui abbiamo già parlato.
Ciò identifica quindi anche El con En.Lil come già detto. Se tutte
queste divinità erano ricondotte al nome El, che potremmo
pensare come un "nome collettivo", serviva una figura che potesse
permettere il grande passo nell’azione di creazione di una
unica figura che rispondesse a tutte le caratteristiche degli Dei
precedenti, ma che allo stesso tempo non fosse identificabile come una
ben precisa divinità tra tutte queste. L’unico candidato
possibile, a nostro avviso, era il figlio di Baal e della sua sorellastra
Asherah. Si chiamava, stranamente, Jaw. Questo nome era una radice che
iniziò ad apparire in molti epiteti divini; cronologicamente
parlando non si hanno testimonianze di questa radice prima del 1400
a.C., ed è bene evidenziare che è questo, il XV secolo a.C., il
lasso di tempo in cui si svolge l’esodo e Yahweh fa la sua prima
comparsa. Nel suo apparire a Mosè, quando egli gli chiede quale nome
dovesse dare agli Israeliti, con le famose parole "Il dio dei vostri padri mi ha
mandato[…]ma essi mi diranno: Chi è questo Dio? Come si chiama? –
Io cosa risponderò loro?", Yahweh gli risponde con l’enigmatica frase: "Io sono colui che sono![…] dirai al
tuo popolo: - Ehyeh mi ha mandato da voi - Questo è
il mio nome a Olam, con questo titolo sarò ricordato di
generazione in generazione". Ci sono ben due cose da notare in
questo passaggio. Dio dice a Mosè che sarà ricordato con un
titolo, facendo intendere che si tratti di un epiteto e non di un nome
proprio. Inoltre la prima frase "Io sono colui che sono" nell’originale ebraico è Ehyeh asher
Ehyeh, che grammaticalmente non è un presente ma un futuro, e il
significato letterale è "Io sono chiunque sarò". A nostro avviso una frase simile è
la chiave che ‘taglia’ con tutte le passate personificazioni delle
varie divinità in El, e crea la figura di Yahweh come unico Dio che
funge da "summa" di tutte le precedenti. Questa rottura è ben
resa anche dal passaggio in cui Yahweh dice a Mosè: "Ad Abramo e Isacco mi presentai
come El Shaddai […] ma il mio nome Yahweh loro non conobbero".
Chiaro segno di un momento, l’
incontro con Mosè, in cui questo Dio cambia identità da El a Yahweh. La frase "Io sono chiunque sarò" suona come una imposizione che vieta
una ben precisa identificazione. Pone un muro che taglia con le figure
passate, rafforzato da quel passaggio da El Shaddai (e quindi El) a Yahweh. Con questa serie di frasi si apre quindi una nuova era
religiosa, in cui una nuova divinità viene creata raggruppando tutte
le possibili divinità sotto il nome di El e cambiandogli nome in Yahweh eliminando, con la stessa definizione del nome, ogni riferimento
al passato.
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Moneta del IV secolo a.C. Le lettere YHW incise potrebbero indicare il nome di Yahweh |
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