Il cammino Tolteca II

La Spietatezza

Arriviamo infine allo strumento basilare sia della Caccia, che di tutte le arti del guerriero in generale. La Spietatezza non è "crudeltà", ci spiega Carlos nei suoi libri, assomiglia più all'essere distaccato cui accenniamo nel capitolo sull'Etica castanedica; qui vale però ricordarlo e metterlo perchè, riferito al "Potere" e all'Agguato, sarebbe la manovra e l' attitudine da tenere per eccellenza, la più importante di tutte. Altrimenti, nulla di quello che avremmo fatto relazionato a questo avrebbe avuto valore. Potremmo interpretarlo come un "non-fissare" la propria coscienza e attenzione sull'immagine che si ha di se stessi, ma di riponerla sempre invece piuttosto sulla propria "azione" (nel senso "presente") e nel mondo attorno. Questo ovviamente, fa in modo che ci "preoccupiamo" più di "sentire" che di "pensare"; di "agire", invece che di "compiacerci" e commiserarci per la nostra "sorte". Questo per non debilitarci, per non esaurirci, come si spiega anche nel paragrafo dove si parla dell' Impeccabilità del guerriero: affrontare il tuo mondo quotidiano come una sfida provoca che tu riunisca potere personale; fare il contrario invece, che tu ne sperda. Questo perchè, adesso lo stiamo capendo meglio, al muovere con l' "agguato" il nostro PdU, provochiamo che, "se qualcosa o qualcuno" ci stesse "succhiando", questo laccio energetico "si rompa" d'immediato. Ecco perchè, non ne dissipiamo più (di energia); e per tanto, è così importante e di valore questa manovra. Senza la "spietatezza", senza questo "distacco", di niente servirebbe nulla. Neanche la "morte" come "consigliera", riuscirebbe a trasformarci in "guerrieri".
Nei suoi libri Carlos afferma che, assieme con il "detenere il dialogo" interno, siano le due manovre di potere fondamentali per eccellenza per poter proseguire sopra questo cammino.
Por ultimo: "Essere-Spietato" non è "essere crudeli" semplicemente perchè, come spiegato nel paragrafo AZIONE NEL PUNTO "ZERO", la "coscienza" e "percezione" dell' immagine che uno avrebbe di se stesso, si trasladerebbe a quella molto impersonale astratta dello Spirito, si fonderebbe con essa; per questa ragione le proprie azioni potrebbero sembrare solo esteriormente "buene", quando in realtà a un guerriero siffatto, solo gl'importerebbe nel suo di dentro "la propria impeccabilità" e mantenere pulito "questo laccio" (2 anello di potere) con lo Spirito. Per questa ragione, si utlizzano i termini: "essere spietato". A un guerriero, detto in altre parole, non gl'importa "essere buono"; questo, non vuol dire però neanche che ci tenga a "essere cattivo". Solo, vuole "essere impeccabile". (vedi paragrafo: l'Umiltà del Guerriero)
O, come spiegato per il Non Fare: nell'insegnamento castanedico, è il corpo (non la "mente") di SOMMA importanza. Non si immaginano cose, nè si assumono concetti "spirituali", o di "Fede" [(qui, inteso come "dogmi" -sempre: la "mente", contro il "percepire" puro-)]. Il "corpo" è il parametro.

Il Tocco dello "Spirito"

La Spietatezza provoca la "Discesa dello Spirito". Il Tocco dello Spirito è l'unica cosa che ha davvero valore, perchè è lui a muovere il punto di unione; ci lascia liberi, rompe queste catene del Riflesso di Sè, dell'immagine che abbiamo di noi stessi - E senza catene, l'unica maniera che abbiamo di avere tratto e relazione con la gente è tramite la "Follia Controlata" -
Perchè, quando uno recupera veramente Se Stesso, la sua energia dispersa, si ritrova VERAMENTE REALMENTE CAMBIATO, ormai con un altro tipo di Coscienza: si ritrova tutto d'un tratto "distaccato", a volte distratto..; TERRIBILMENTE DIFFERENTE, si sente un'altra persona, o un'altra cosa che prima non era, o forse era, ma non se ne rendeva conto. - QUANDO UNO SI LASCIA LIBERO, FA COSE IMPREVEDIBILI, imprese a volte impossibili; insomma, non si riconosce... - LA COSA PIU DRAMMATICA DI TUTTO QUESTO E' CHE NON RIESCE PIU' AD AVER PENA PER SE STESSO, senza catene semplicemente non ci riesce.. e, ovviamente, meno per gli altri. Il suo stato di NON COMPASSIONE, di spietatezza assoluta al quale arrivò, lo deve in qualche modo mascherare: QUESTA E' FOLLIA CONTROLLATA; non è crudeltà, è solo una maschera ....

Il "Pinche Tiranno" e "los Magos Negros"

Piccoli movimenti (del PdU) porterebbero a piccoli cambiamenti nella percezione, ma grandi movimenti porterebbero a cambiamenti radicali. E sono questi che un guerriero cerca.
Secondo Castaneda, don Juan gli avrebbe spiegato che gli antichi stregoni messicani per ottenere questo "movimento" ricorrerebbero a varie tecniche. Una di queste, era sfruttare la dinamica (energetica) di certe "reazioni emotive" e comportamentali (arte dell'agguato).
Da qui l'adozione, o la "ricerca" (folle, per un "essere ordinario", ossia per colui che non sia un guerriero) di "andarseli proprio a cercare" i problemi, soprattutto di gente che ci renda "la vita impossibile"; don Juan, li definisce i "Pinches Tiranos".. e sarebbero, delle vere benedizioni!... (solo per un guerriero, ovviamente, che sappia quello che sta facendo e cercando). Da qui il nome di "follia controllata" per definire questo aspetto dell'arte agguato, in quanto per un uomo comune questo comportamento è appunto folle! Per esempio: nel libro il potere del silenzio don Juan afferma che la scelta di Castaneda come apprendista, tra e altre cose, era appunto anche perchè per lui rappresentava quanto di più fastidioso e irritante potesse esistere, assicurando però di trarre da questo energia invece di perderla, come accadeva invece nelle normali dinamiche della gente.
"Los Magos Negros" (lett: maghi neri), sarebbero i pinches tiranos (ma anche forse tra le righe -mai chiarifica il punto- gli "antichi stregoni" ancora a tutt'oggi sopravvissuti i quali in qualche modo ci vampirizzerebbero), tutte quelle persone cioè, che ci "rubano" energia. Compito di un guerriero sarebbe "ribaltare" il gioco: non farsi cioè rubare potere ed, eventualmente, rubarne proprio a chi sia invece tutto intenzionato a togliercelo.
Anche questa, (l'utilizzo dei Pinches Tiranos a proprio beneficio) è una manovra di Agguato.
L'Arte dell'In-'sogno' L'arte di "sognare" è muovere il proprio punto di unione utilizzando e approffittando al massimo i nostri sogni per riuscirci.
Al contrario del movimento che si fa con l'agguato però, il punto di unione non riceverebbe una
"spinta" di modo che si "sradichi" dalla sua posizione abituale (routinas), ma, per dirla così, si
"fisserebbe" sempre più nel punto nel quale già si trovi, o in un altro nel quale riuscissimo a indurlo tramite l'agguato.
Por questo "Sogno" e "Agguato" vanno insieme; come "manovre", non possono essere separate. L'una serve all'altra. Le due arti, devono necessariamente andare assieme, vuol dire: che si utilizza il corpo in sognante da "svegli" (ossia, quando siamo nella "prima attenzione"), così come "quello di vigilia" quando dormiamo (ossia, quando ci troviamo nella "seconda"). Le donne sarebbero avvantaggiate energeticamente anche nel sognare non solo nell'agguato.

L'arte di sognare 

E' un termine molto popolare utilizzato dallo scrittore Carlos Castaneda nelle sue pubblicazioni, soprattutto nel suo libro omonimo. Si tende spesso a confonderla con il sogno lucido, con il quale però avrebbe solo pochi elementi in comune. Nelle sue opere, con "arte del sogno" tende a riferirsi sia alla: "manovra del sognare" che al "sognare" vero e proprio.

La "Manovra del Sognare"

Questa sarebbe la definizione stando a quanto esposto dall'autore nel libro Il Lato Attivo dell'Infinito, nel capitolo "Viaggio nell'oscuro mare della coscienza"
Oggi ho una nuova definizione del sognare per te, più in accordo con il tuo nuovo stato di essere. Il Sognare è l'atto di cambiare il punto di fissazione con l'oscuro mare della coscienza. Se lo vedi così è un concetto facile e una manovra semplice. Sarebbe quindi "muovere" il proprio punto di unione utilizzando e aproffittando al meglio i propri "sogni di potere". Tuttavia, al contrario che nel movimento prodotto tramite l'agguato, questa volta il punto d'unione non riceverebbe uno "spintone" di modo che sia allontanato dalla sua abituale posizione, ma si "fisserebbe" sempre più nel punto nel quale già si trova, o in un altro il quale sia riuscito a raggiungere tramite la manovra dell'agguato.

"Sognare"

Alcune definizioni esposte nel suo libro L'Arte di Sognare
Prima porta:
  • Arriviamo alla prima quando ci rendiamo conto di una sensazione molto particolare che ci viene addosso poco prima di cadere profondamente addormentati -disse-. Una piacevole oscurità e pesantezza che ci mantiene sospesi e non ci permette aprire gli occhi.
  • Non ci sono passi a seguire. Uno solamente intenta rimanere cosciente nell'atto di addormentarsi.
  • Nel caso particolare della "prima porta del sogno", la meta è intentare che il tuo corpo energetico sirenda conto che si sta addormentando. Non cercare di sforzarti. Lascia che il tuo corpo energetico lo faccia. Intentare è desiderare senza desiderare, fare senza fare.
  • Mi assicurò che intentare la "prima porta del sogno" era uno dei mezzi scoperti dagli stregoni antichi per arrivare al "corpo energetico" e entrare enlla "seconda attenzione".
  • Don Juan diceva che l'elemento attivo era la persistenza, che la mente con tutte le sue difese razionali non può difendersi dalla persistenza. Prima o poi le barriere della mente cadono sotto il suo impatto, e l'attenzione di sogno fiorisce.

Più che di sogno lucido, si tratterebbe quindi di "sogno di potere". Ecco un'altra sua definizione tratta dal libro Il Dono dell-Aquila:
L'arte di sognare è la capacità di utilizzare i sogni ordinari e trasformarli in coscienza controllata, in virtù di una forma speciale di attenzione denominata "attenzione di sogno"-altro termine per indicare la seconda attenzione-.
Si tratterebbe quindi, sia di sviluppare la seconda attenzione con il suo doppio sognante, sia di
tutte le tecniche per riuscire a raggiungere questi obbiettivi (come quella di ruscire

Le 7 "Porte"

Ci sarebbero 7 portali da raggiungere e dover superare, secondo Castaneda, prima di poter avere pieno controllo sul proprio "sognare".
Le prime 5 porte del sogno sono descritte nel suo libro. Le ultime due, solo accennate.

1. prendere coscienza dell'entrata, al momento di addormentarsi, nel sogno
2. addormentarsi all'interno di un sogno e svegliarsi apparentemente, ma essere invece ancora dentro il sogno
3. ricercare oggetti ambientali, nella "realtà oggettiva", per poi al momento di svegliarsi controllare se erano reali o meno
4. vedersi addormentato nel letto, vedere il proprio corpo fisico addormentato
5. accorgersi di altre entità coscienti nel sogno (denominate da lui inorganici), e utilizzarli per
"viaggiare" ad altri "mondi".

la 6 sarebbe "temporale" (ossia, viaggiare nel "tempo") e la 7 di natura "spaziale" (materializzare "il doppio" nella realtà di tutti i giorni, o materializzare oggetti).

Pericoli del "Sognare"

Castaneda sempre nei suoi libri, avverte che per gli uomini soprattutto, più che per le donne, il sogno potrebbe rappresentare un pericolo in quanto varie entità da lui definite esseri inorganici sarebbero desiderose di catturarli e imprigionarli per sempre nei loro mondi.
Nel libro "L'isola del Tonal", afferma per questo che un guerriero dovrebbe per prima cosa mettere ordine nella propria vita, ossia "pulire l'isola del Tohnal", prima di poter procedere con quest'arte.

L'Arte dell'Intento

Di questa Castaneda non ci parla in assoluto, neanche una definizione; e, fin dove se ne sa al momento, non lo hanno fatto nemmeno i nuovi recenti autori dell'argomento. Cosicchè, possiamo solo fare delle supposizioni, in base solamente a quel poco di materiale che si trova scritto come rimando e referenze nei suoi numerosi libri, o articoli e interviste apparsi.
In primo luogo, possiamo pensare che se nessuno ci ha mai parlato chiaramente del tema, possa essere a ragione della "pericolosità" intrinseca che forse racchiude. Sarebbe in altre parole, come "insegnare a giocar con il fuoco" ad un bambino..
L'arte dell' "Intento", sarebbe la possibilità di movere il punto di unione utilizzando e approffittando al massimo IL POTERE supremo per farlo. E quindi, per ende, la capacità di muoverlo a volontà. Non quindi il potere personale, quello di uno (a questo, concernono le altre due arti), ma quello racchiuso nelle forze (spiriti) naturali oppure, quello dell'Aquila stessa.
Arriviamo a questa conclusione, pensando per esempio a quando Carlos ci descrive la Rotante, l'energia della morte, i fulmini, certi tipi di esseri inorganici chiamati alleati, e ci dice che appunto gli stregoni antichi usavano tutto questo per muovere i propri punti di unione.
La definizione che i più danno, resta comunque questa:
Muovere a Volontà il proprio Punto di Unione.
Impresa possibile solamente acquisendo familiarità precedentemente con le altre due arti e, infine, recuperando appieno la Totalità di Se Stessi. Non prima. (proprio perchè, prima, non ne abbiamo il dominio pieno: si tratta di recuperare prima il dominio sulla nostra "forza di Volontà".. come "centro energetico"...)
Detto con le parole proprie di Castaneda:
La Discesa dello Spirito è l'unica cosa che importa, l'unico che può realmente muovere alla fine il Punto di Unione.
Potremmo quindi dedurre, come corollario, che: una volta mosso, una volta "sradicato" dalla sua abituale posizione (manovra di agguato), il "dirigerlo in se stesso" competa allora all'Arte dell'Intento.
Altri ancora, suggeriscono invece che potrebbe trattarsi dei passi magici-Tensegrità, descritti nell'omonimo libro. Sembra plausibile, in quanto in alcuni passaggi dei suoi libri, fra cui quello di Taisha Abelar (Donde cruzan los brujos) discepola al pari di lui di don Juan, si menziona come Silvio Manuel, maestro indiscusso di quest'arte (definito il "padrone" dell'Intento, don Juan ne era solo un "amico"), fosse un esperto di danza e molto capace nella maestria di contorsionare il proprio corpo, a volte nelle posizioni anche più impensate e giudicate impossibili da compiere.

Il Potere

Estratti da Libri di Castaneda
"Il potere è una questione molto peculiare; non posso dire con esattezza quello che realmente sia. E' un sentimento che uno ha su certe cose. Il potere è qualcosa con il quale un guerriero se la vede. Al principio è una faccenda incredibile, presa così così; poi, si converte in una cosa seria. Non è nulla e, tuttavia, fa apparire meraviglie davanti ai tuoi occhi. Per finire, il potere è qualcosa addentro a uno medesimo, qualcosa che controlla i nostri atti e al contempo obbedisce ai nostri ordini. Il potere ha i suoi limiti, e un guerriero è, diciamo così, un prigioniero del potere; un prigioniero del potere che può prendere solo una decisione: la decisione di attuare come un guerriero impeccabile. Il potere si ottiene attuando come un guerriero; vale a dire: quando la vita si prende come una sfida, si riunisce sufficente potere personale. Il potere personale fa in modo che il guerriero agisca nella maniera appropriata; un guerriero ha fiducia nel suo potere personale senza importare che questo sia piccolo o grande. Fare questo significa essere impeccabile. Tutto quanto facciamo, tutto quanto siamo, riposa nel nostro potere personale. Se ne abbiamo a sufficienza, una parola che ci si dica potrebbe essere sufficiente per cambiare il corso della nostra vita; però, se non abbiamo sufficiente potere personale, ci può essere rivelata la sapienza più grande che non c'importerebbe un accidente. A ben pensarci, chissá un guerriero non sia prigioniero del potere, ma suo schiavo, perchè la decisione di essere impeccabile ormai non è più una decisione per lui. Un guerriero segue i dettami del potere."
"Il potere personale appartiene ad uno e basta. Un cacciatore di potere lo cattura e poi lo guarda come un suo ritrovamento personale. Cosí, il potere personale cresce e può darsi il caso che un guerriero, all'averne tanto, si trasformi in un uomo di conoscenza. Il potere ha la particularità che non si nota quando se lo sta accumulando; se accumuli sufficente potere, lo stesso potere troverà per te una buona ragione per trattenerlo. Ti sto insegnando tutto quello che un guerriero ha bisogno per lanciarsi ad accumulare potere da solo. Il cammino del potere e del conoscimento è molto difficile e molto lungo. Si necessita lottare tutta una vita per trovarsi da soli con il mondo del potere."

Rendersi accessibili al Potere

Nel libro "Relatos de Poder" di Carlos Castaneda, oltre a quello sul "Rendersi Inaccessibili" cancellando la propria storia personale, c'è un capitolo referente a come: Rendersi "Accesibili al Potere". In questo, come nel corso di tutto il libro, menziona l' "importanza" di utilizzare e "lavorare" con "alleati" di potere (forze della natura e esseri inorganici), così come con il "Potere" Stesso. Sfortunatamente come dice il titolo, sono solo "relatos" [racconti brevi], non hanno cioè voglio dire la coesione e la consistenza che compete ad un argomento come per poterlo capire pienamente. Così che, anche sopra questo punto, possiamo solo appuntare quel poco che sappiamo e speculare soltanto. Nulla più. In primo luogo, va detto che ci sono conferme dal mondo intorno a noi che ci arrivano, e "segnali" dallo Spirito, che un guerriero sempre cerca di "vedere" per sapere come e da che parte proseguire. In secondo, che per fare questo sempre cerca di mantenere pulita la "connessione con lo spirito", ossia: il suo "secondo anello di potere".

"Segnali" e "Auguri"

Lo Spirito propizierebbe le azioni a seguire di un guerriero, tramite "segnali" e "auguri".
I "segnali", sono "fatti insoliti" che, di solito, accadono come "sincronie" particolari tali da far capire appunto al guerriero la Volontà dello Spirito.
Gli Auguri invece, sono "conferme" dal mondo, come relatato nell'omonimo capitolo di uno dei primi libri di Carlos. Ma è uno dei nuovi autori, Enrique Rojas Paramo, a darci una definizione più precisa in merito, in una delle sue risposte ad un Forum pubblico. Lui li chiama "Accordi", e arriverebbero in gruppi di "tre" (al contrario dei "segnali" che arrivano "singoli"), e "accorderebbero" appunto una richiesta particolare partente dalla volontà del guerriero, non quindi procedente dall'alto, da quella dello spirito, ma dal basso; dandone come l'"autorizzazione" a procedere, diciamo così.
Mentre i segnali, quando sono "forti", assumono connotati di veri e propri "Ordini"; comandi che un guerriero deve obbedire senza discutere, perchè è suo dovere seguire i disegni e la volontà dello spirito, anche se al momento può non essergli chiara e pure se non corrispondessero ai propri gusti (ancora una volta: al di là del “bene” e del “male”, di ciò che giudica “eticamente” “corretto” o meno).

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