Il
Cammino del Guerriero
Gli obiettivi del guerriero:
1.
accumulare potere personale,
2.
riguadagnare la propria "libertà" perduta e..
3.
compiere, così, una "morte alternativa"
L'Arte
dell'Agguato
L'arte
dell'agguato, è un concetto espresso dallo scrittore Carlos
Castaneda nei suoi libri.
Il
termine "agguato" è usato per indicare, sia
- la "manovra dell'agguato", che
- la "follia controllata".
La
"Manovra dell'Agguato"
Nel
primo caso, la definizione dell'autore è che la manovra dell'agguato
e' qualsiasi cosa che dia uno "strattone" al Punto
d'Unione, muovendolo cioè dal suo sito, dalla sua posizione
abituale in cui si trovasse "sedimentato"
La
"Follia controllata"
Il
secondo concetto dell'autore, si riferisce invece al comportamento
da tenere nei confronti della gente e del mondo esteriore in
generale, per non farsi rubare energia (ossia, il potere che un
guerriero avrebbe accumulato). "FOLLIA CONTROLLATA"
E': riuscire a SEPARARSI DAL MONDO… RESTANDO IN ESSO,
continuando a viverci. Non serve a niente nascondersi quando
tutto il mondo sa che siamo nascosti; come non serve a
niente proporsi, ponersi nel mirino, se tutto il mondo se lo
aspetta. Un Guerriero, per questo, non ha abitudini fisse, niente
lo fa rutinario; per essere imprevedibile e non essere così una
presa facile da catturare.
Però,
questo non si raggiunge così solamente pensandolo. Questo, si
raggiunge quando uno, RICAPITOLANDO
E CANCELLANDO LA PROPRIA STORIA PERSONALE, non solo si rende conto
di quello che è e di quello che ci sta dando la caccia, ma recupera anche l'energia necessaria per poter intraprendere
da solo la manovra dell'agguato (che si basa sulla Spietatezza), che significa dare uno "strattone" al punto di unione utilizzando il proprio comportamento. E' la forma
di trattare con la gente senza lasciarci “affettare” da
essa, e senza impazzire nell'intento... le persone ci
affettano, ci tolgono potere, energia, ci schiavizzano... l'unica maniera per evitare questo, è: non stare alla loro
"portata" – Per riuscirci, l'unico modo è:
UTILIZZARE LA BUGIA. SENZA PENA, CON DISTACCO, CONVINZIONE E
FERMEZZA. Un guerriero lo fa per difendersi, non per ingannare
le persone; LO FA PER FINI TRASCENDENTI, ASTRATTI e NON
PERSONALI.. - Come un cacciatore inganna la sua vittima per
depistarla e non lasciarsi ammazzare, così è come va
utilizzata la bugia.
Principi
e Precetti
Nel
libro "La Ruota del Tempo" di Carlos Castaneda, in cui l’autore
riassume tutti i suoi concetti chiave espressi praticamente in
tutti gli altri, possiamo leggere i 7 Principi dell'arte
dell'agguato. Essi sono:
1.
Scegliersi il campo di battaglia.
2.
Eliminare tutto quello che non è indispensabile.
3.
Star disposti a morire ed essere pronti all'ultima battaglia in
qualsiasi momento, circostanza, luogo.
4.
Dimenticarsi del problema, di se stessi. Non aver paura di niente.
Solo allora i poteri che ci guidano
ci
aprono la strada. Solo allora.
5.
Non lasciarsi "trascinare" dalle situazioni. Ritirarsi.
Lasciar che i pensieri scorrano liberamente. Occuparsi di
qualcos'altro. Qualunque cosa può essere utile.
6.
Comprimere il tempo, tutto conta, anche un secondo.. Non sprecare
nemmeno un istante.
7.
Non lasciar vedere il "gioco". Non mettersi mai in prima
linea.
I
3 Precetti dell'Agguato
Mentre
ne Il Dono dell'Aquila, troviamo i tre precetti:
1.
Il primo precetto della regola è che tutto quello che ci circonda è
un mistero.
2.
Il secondo, che noi dobbiamo cercare di svelare i misteri senza però
sperare di riuscirvi mai.
3.
Il terzo, che un guerriero, conscio dei misteri imperscrutabili che
lo circondano, e del proprio
impegno
nel cercare di svelarli, prende il proprio posto che gli è dovuto
tra gli altri misteri e si
considera
uno di loro.
Di
conseguenza, per un guerriero, il mistero dell'essere è senza fine,
sia che si tratti di un ciottolo, di una formica o di se stesso.
E' questa l'umiltà del guerriero. Si è tutti uguali a tutto.
Le
4 Qualità del "Cacciatore"
Nel
Fuoco dal profondo infine, uno dei suoi ultimi scritti, il Nagual
Julián Osorio parla delle " 4 Qualità " che un
guerriero "Cacciatore" dovrebbe avere. Dice che nelle
donne, esse sarebbero innate. Le qualità di chi pratica la
"follia controllata", sarebbero:
1.
la PAZIENZA
2.
l'ASTUZIA
3.
la SPIETATEZZA (o "NON COMPASSIONE")
4.
la SIMPATIA (recentemente l'associazione ufficiale Cleargreen, si
riferiva ad essa come: "ELEGANZA")
Ricapitolazione
e 'Retrospezione'
La
differenza tra la Ricapitolazione di Carlos Castaneda e la
Retrospezione di Domingo Delgado Solorzano, radica nel fatto
che, la seconda, si attuerebbe anche nel sogno; ossia si
ricapitolerebbero anche i "sogni" e, in generale,
tutte le esperienze fatte e vissute nella "seconda attenzione"
con il "corpo insognante". Castaneda, ci parlava
invece solo della prima attenzione per eseguir questa tecnica.
La
Ricapitolazione di Carlos Castaneda
Ricapitolare
sarebbe "rivivere tutte le esperienze fatte nella propria vita",
e tramite la tecnica della respirazione muovendo il capo verso
destra e sinistra, recuperare tutta la propria energia vitale
lasciata dispersa e, nel contempo, espellere tutta quella
estranea a noi, che non ci corrisponda per i nostri fini. L'energia
sarebbe dunque così di nuovo reintegrata al proprio essere; è un
azione di estrema importanza per recuperare, quindi, la
"totalità di se stessi", della proprio "conformazione
energetica" originaria. Allo stesso tempo, questa tecnica
sarebbe importante anche per ben altri due motivi:
1.proporzionerebbe
se fatto bene, all'Aquila un "surrogato" delle nostre
esperienze vitali, un "sostituto" che, al momento
della morte, ci salverebbe dalla disintegrazione totale della nostra
cosciza, regalandoci la Libertà.
2.porrebbe
fine definitivamente all'immagine di sè che uno abbia accumulato,
irrimediabilmente; di modo che uno, ormai privo dello
"specchio", non possa più "auto-commiserarsi" e
liberi una buona volta tutta quell'energia prima bloccata lì.
In questo modo, libererebbe la percezione intrappolata prima in
questo sentimento per altri scopi, guadagnando "potere",
ossia energia. Può fare cose dunque, che prima per lui era
impensabile fare. Questa tecnica si esegue bene e si completa,
con queste altre due:
- "cancellare la propria storia personale", il proprio passato
- adottando una "cassa per la ricapitolazione".
La
prima, è imprescindibile, e ne parliamo più approfonditamente nel
capitolo sull'Etica castanedica; la seconda è invece, secondo i
nuovi autori, del tutto superflua. Si potrebbero cioè adottare
diversi altri strumenti che vengano n aiuto. Infine,
possiamo concludere che, essendo la Ricapitolazione ci aiuta a
muovere il punto di unione fermo di solito nella nostra abituale
posizione, possa essere anch'essa considerata così, una "manovra
di agguato" in piena regola, facente parte di
quest'arte. E' un "fare l'agguato a se stessi", con
cui si "catturano" i propri vizi e tutte le altre abitudini
malsane. Con questo, uno inizia a "trasformarsi". E
una volta trasformato, l'unico modo di rapportarsi al mondo è tramite
la "follia controllata".
La "Retrospezione"
-
"La retrospezione è una delle tecniche di maggior valore degli
insegnamenti lasciati nelle grotte, per convertire una coscienza
in un percettore. E' un informe o riassunto delle attività di questa
coscenza. E' la storia della coscienza nella prima e seconda
attenzione ed è la storia del nahual pentagonale, cominciando per
la prima coscienza che fue in-sognata dall'Aquila Aura Ambar."
-
"Bisogna confidarsi con lo spirito come se parlassi ad un buon
amico, da tu a tu, con infinita fiducia; fallo tutte le notti
prima di dormire e quando meno lo ricordi ti risponderá nei tuoi
sogni. Cosí ricapitolerai ogni istante della tua vita nella
prima e seconda attenzione simultaneamente. Raccontale alla
celebrita, al potere, tutte le tue pene passate e anche lei il
giorno meno pensato accetterá le tue tonterie a cambio della
tua stessa vita e ti lascerá il passo libero alla terza attenzione
-mi disse in una occasione don Chema."
La
Caccia: essere "Cacciatori"
Un
guerriero va a caccia di potere, come già detto. Estratti da
libri di Castaneda:
Ti
ho insegnato tutto sulla caccia per convertirti in un cacciatore,
però devi anche capire che tutto quanto fai è una rutina,
questo perchè pensi che il mondo sia facile da capire; adesso,
potresti predisporti a convertire la caccia in una rutina alla
stessa maniera e questo starebbe male. Parli a una certa ora,
mangi a una certa ora e vai a dormire a una certa ora.. Un buon
cacciatore conosce soprattutto una cosa: conosce le abitudini
della sua presa. Questo è quello che fa di lui un buon cacciatore.
Se ricordi il modo in cui ti ho insegnato a cacciare, forse capirai
quello che voglio dirti. Primo, ti ho insegnato a fare e
installare trappole, poi ti ho insegnato le rutine degli animali
che perseguivi e, infine, abbiamo provato le trappole contro di
esse. Queste parti, sono le forme esterne della caccia."
"Ora
devo insegnarti la parte finale e decisamente la più difficile.
Forse passeranno anni prima che tu possa dire che la capisci e
che sei un buon cacciatore. Essere un cacciatore è molto di più
che semplicemente catturare animali; un cacciatore degno di
esserlo, non cattura animali perchè mette delle trappole ne
perchè conosce bene le abitudini delle sue prese, ma perchè lui
stesso non ha abitudini. Questo è il suo vantaggio. Non è in
nessuna maniera come gli animali che persegue, fisso in rutine
pesanti e in capricci prevedibili; è libero, fluido e imprevedible.
Per essere un cacciatore devi rompere con le abitudini della tua
vita. Sei progredito nella caccia, hai appreso velocemente e
adesso puoi vedere che sei come la tua presa: facile da prevedere. Un
buon cacciatore cambia di percorso tante volte come abbisogna,
ma lascia molte poche cose al azar."
"Sto
parlando della caccia, per lo tanto m'interessano le cose che gli
animali fanno: i siti dove
mangiano;
il luogo, il modo e l'ora in cui dormono; dove e come annidano.
Queste sono le rutine che ti sto segnalando affinchè tu possa
interessarti e notare le abitudini del tuo proprio essere. Come ti ho
detto, tu a mio avviso, ti comporti come la tua presa. Un giorno
nella mia vita qualcuno mi fece notare la stessa cosa, di modo
che non sei l'unico. Un giorno ho scoperto che se volevo essere un
cacciatore, degno di rispettarmi a me stesso, dovevo cambiare il mio
modo di vivere. Tutti ci comportiamo come la presa che
perseguitiamo; questo, naturalmente, ci fa essere presa
di qualcun'altro. Il proposito di un cacciatore che sa tutto
questo, è lasciare di essere lui stesso una presa. Per essere
un cacciatore, bisogna stare in perfetto equilibrio con tutto il
resto [(qui si può notare, ancora una volta, come non si
maneggia mai il concetto di "fare del bene")],
altrimenti sarebbe una faena senza senso. La paura per esempio
[(come la "paura" di fare "il male", e il
suo conseguente "senso di colpa")]], ti converte
immediatamente in una presa. Essere cacciatori significa che uno
sa tutto questo. Significa che uno può vedere il mondo di "forma
distinta" agli altri. [(ossia, oltre il "bene ed il
male")] Un buon cacciatore, non solo deve conoscere le
abitudini della sua presa, ma deve anche sapere che su questa
terra ci sono poteri che guidano gli umani, gli animali e tutto
quello che vive; poteri che guidano la nostra vita e la nostra morte.
Per questo, essere cacciatori non è solo fare trappole e saper
collocarle; un cacciatore vive sempre come un cacciatore per
poter così ottener sempre il massimo dalla sua vita. [(significa
questo: indipendentemente, da se si azzarda a "invocare"
per ciò inorganici buoni, come cattivi)]"
"Della
stessa maniera, essere inacessibili non significa nascondersi o
andarsi con segreti; non significa neanche che non puoi trattare
con la gente. Un cacciatore usa il suo mondo il meno possibile
[(lo sufficiente per "vivere")] e con tenerezza, non
importa che esso siano cose, piante, animali, persone o
"potere". Un cacciatore mantiene tratto intimo con il suo
mondo e pur tuttavia, rimane inacessibile a questo stesso mondo.
Lo tocca soavemente; rimane quanto ha bisogno fermarsi e, poi,
si allontana senza far rumore, senza lasciar tracce. In questo
consiste il segreto dei grandi cacciatori: nel mostrarsi
raggiungibile e poi irraggiungibile, giusto alla volta del cammino."
"Quando
riesci a vivere come un cacciatore e possa tu ammettere di esserlo,
allora necessiti diventare
un guerriero. Si potrebbe dire che la differenza tra un cacciatore e
un guerriero è che il cacciatore attrappa animali, mentre il
guerriero è un cacciatore di potere. Quello che fa un guerriero
è convertire il suo mondo nel suo campo da caccia. Come cacciatore
il guerriero sa che il mondo è fatto per usarsi, di modo che lo
usa fino alla fine, però a differenza dell' uomo comune non si
arrabbia quando a sua volta viene usato. Un guerriero è un
cacciatore di potere. [(alleati: esseri inorganici; e, in
generale, tutto quello che si riveli un aiuto efficace e concreto nel
compito di "muovere" e mantenere certo controllo sul
suo "punto di unione"; ossia, sulla propria "percezione"
- di questo mondo, e anche delle altre "realtà non
ordinarie"-)]"
Essere
inaccessibili
Un
guerriero, deve diventare inaccessibile. (alla gente, al mondo;
deve rimanere accessibile e aperto, solo a chi vuole lui) Estratti
da libri di Castaneda
"Ora
dunque, l'arte del cacciatore è diventare inacessibile. Devi
imparare a metterti volontariamente sotto tiro e fuori dal tiro.
Non si tratta di nasconderti quando tutto il mondo sa che sei
nascosto. I tuoi problemi di adesso sorgono da lì. Quando sei
nascosto tutto il mondo lo sa e quando no, ti poni in mezzo del
cammino affinchè chiunque ti calpesti. Un guerriero non sta
mai disponibile; giammai sta parato nel mezzo del cammino ad
aspettar pietrate. Cosí, riduce al minimo le possibilità di un
imprevisto. In una epoca della mia vita io, come te, mi mettevo in
mezzo al cammino una volta dopo l'altra, finchè non rimaneva
nulla di me per fare nessuna cosa; eccetto eventualmente, per
piangere. Però un bel giorno mi stancai, e cambiai in maniera
definitiva."
"Diciamo
che un giorno, quando mi stavo facendo un cacciatore, appresi il
segreto di mettersi “sotto tiro” e “fuori dal tiro” .
Devi metterti “fuori del tiro”. Devi riscattarti dal mezzo
del cammino. Tutto il tuo essere sta lí, di modo che non ha senso
nascondersi; solo ti figuri di essere nascosto. Essere in mezzo
al cammino significa che tutto il mondo guarda i tuoi
andirivieni. Essere inaccessibile, invece, significa toccare il meno
possibile il mondo che ti circonda. Non usi ne spremi la gente
fino a ridurla in niente, e meno la gente che ami. Ponersi fuori
dal tiro, significa che eviti a proposito esaurire te stesso e
gli altri. Significa che non sei affamato ne disperato come quel
che sente che non tornerá a mangiare e divora tutto il cibo
possibile. Un cacciatore, sa che attirerà nelle sue
trappole continuamente ciò di cui ha bisogno, e non si
preoccupa. Preoccuparsi è ponersi sotto tiro; e una volta che
tei preoccupi ti afferri a qualsiasi cosa per disperazione; e una
volta che ti afferri, forzosamente esaurisci la persona o la
cosa alla quale ti stai afferrando. Cancellando la propria
"storia personale"
Cancellare
la propria storia personale
Questo
è l’unico modo per riuscirci: l’unico modo, per non farsi rubare
“potere”.. Estratti da libri di Castaneda:
"Un
uomo di conoscenza non ha onore, dignità [(da difendere)] ne
importanza personale, né storia personale, né famiglia, né
nome né terra... Io non ho storia personale; un giorno mi accorsi
di non averne più bisogno e la lasciai, assieme al vizio di
bere. Per abbandonare la storia personale bisogna avere il
desiderio di lasciarla e dopo uno deve tagliarsela armoniosamente,
poco a poco. La storia personale è tutto quello che la gente sa
di uno. Tuo padre conosce tutto di te, in questo modo, ti ha
risolto per completo. Sa chi sei, che fai e non c'è potere sopra la
terra che lo faccia cambiare di parere sul tuo conto. Mantieni
la tua storia personale raccontandole alla gente tutto quanto
fai. Invece, se non hai storia personale, non hanno bisogno di
spiegazioni; nessuno si arrabbia ne si delude dei tuoi atti; e
soprattutto, nessuno ti lega con i propri pensieri."
"Conviene
cancellare tutta la storia personale perchè questo ci libera dal
"peso" dei pensieri
altrui;
nessuno conoce la mia storia personale, nessuno sa chi sono, ne
quello che faccio; neanch'io. Poco a poco devi creare una nebbia
attorno a te; che nulla possa darsi per scontato; che niente abbia
una certezza assoluta. Il tuo problema è che sei troppo prevedibile.
I tuoi progetti sono troppo prevedibili; i tuoi umori sono
prevedibili. Non dare le cose per scontato; devi iniziare
a cancellarti. Il brutto è che, una volta che ti conoscono, ti
danno per scontato e da quel momento non puoi più rompere il
legame dei loro pensieri. A me, personalmente, mi piace di più la
libertà illimitata di essere sconosciuti; nessuno mi conosce
con certezza costante."
"Quando
uno non ha più storia personal, niente di quello che dice può
prendersi come una bugia. Il tuo problema è che ti senti che
devi star lì a spiegargli tutto a tutto il mondo per dovere, e allo
stesso tempo vuoi conservare la freschezza, la novità di quello
che fai. D'ora in avanti, devi mostrarle alla gente, solamente
quello che vuoi mostrargli; senza dire mai con precisione le cose
come lo hai fatto fin'ora. Sempre ti senti in obbligo di dare
una spiegazione per i tuoi atti, come se fossi "unico uomo al
mondo che si equivoca."
"Isolare
i propri atti chiamandoli meschini, brutti o cattivi, è dar loro
un'importanza ingiustificata. Questo vecchio sentimento d'
importanza personale; ne hai troppa. Hai anche troppa storia
personale.. D'altro canto, non ti fai responsabile (vedi: Etica
castanediana) dei tuoi atti, non usi la tua morte come
consigliera e soprattutto sei troppo sotto tiro, ti rendi
accessibile."
"D'altro
canto, solo abbiamo due alternative: o prendiamo tutto come una
certezza, oppure no. Se facciamo la prima cosa, terminiamo morti
di noia con noi stessi e con il mondo; se invece facciamo la
seconda, e cancelliamo la nostra storia personale, creiamo una nebbia
attorno a noi e uno stato molto emozionante e misterioso nel
quale nessuno sa per dove andrà a saltare la lepre; nemmeno
noi. Quando niente è una certezza assoluta, ci manteniamo allerta
tutto il tempo. E' più emozionante vivere cosí, che
comportarci come se sapessimo tutto."
A
parte la “Ricapitolazione”, di cui abbiamo già parlato, "Per
cancellare la tua storia personale, hai bisogno di:
1.
Perdere la tua importanza personale
2.
Assumere la responsabilità delle tue azioni
3.
Usare la morte come consigliera.
4.
Essere spietato"
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