Quando assisto ad un dibattito in TV tra opinionisti e politici pro e contro immigrazione sembra di guardare una
lotta tra cani che si contendono lo stesso osso già spolpato da
altri. Non faccio distinzione tra migranti e clandestini, lascio queste differenze ai professionisti della politica.
Le scene arrivate dai Balcani di gente che vive da mesi nelle
tende in condizioni proibitive, aspettando in fila sotto la neve un
pasto caldo, non si vedevano in Europa dalla fine dell'ultima guerra mondiale. Intanto l'Ungheria di Orban costruisce muri anti
migranti e in molti altri paesi europei il dibattito si fa sempre più acceso intravedendo l'ascesa dei partiti nazionalisti. Dall'altra parte
dell'oceano Trump alza muri ai confini col Messico e blocca
l'ingresso in Usa a cittadini di sette paesi musulmani invischiati
col terrorismo. Se solo gli indiani d'America avessero eretto muri
contro la colonizzazione violenta degli europei probabilmente
vivremmo in un mondo diverso. Bisogna stare attenti nel costruire
muri, si potrebbe finire per rimanere intrappolati nelle mani di chi voleva proteggerci. Il pericolo più grande è un ritorno al nazionalismo ma sembra che non riusciamo ad imparare nulla dal passato. I tedeschi negli anni '30 furono convinti dai
nazisti che l'origine della loro miseria era da attribuire agli
ebrei. Trovare sempre il capro espiatorio è la via più facile da
seguire invece di riconoscere la propria incompetenza.
Se un immigrato sta in albergo e un italiano per strada è colpa del migrante o dello stato? Non ci sono abbastanza soldi dicono. Io invece dico che di soldi ce ne sono fin troppi. Solo che sono spesi male e distribuiti peggio. Se non sappiamo affrontare un abbondante nevicata e appena piove un po di più i torrenti esondano, e se non abbiamo ancora sconfitto le mafie di chi è la colpa? Se all'estero il costo del lavoro è minore, i salari sono più bassi e per questo siamo invasi da prodotti stranieri che creano concorrenza sleale di chi è la colpa? Delle multinazionali che si servono di manodopera sottopagata o di chi accetta queste paghe da fame? Questo tipo di globalizzazione incentrata sull'economia non può funzionare. Perché produce ricchezza solo per pochi, quelli che sono già ricchi. Se nel mondo l'1% possiede la metà del patrimonio mondiale c'è da chiedersi se il capitalismo è davvero il più efficace. Un sistema che permette tale arricchimento spropositato è quanto meno da mettere in discussione. Ma gli economisti elogiano la new economy come un dogma. E' come chiedere all'oste se il vino è buono. Quel che vogliono fare in Italia è ormai palese, importare gente disperata che accetti salari più bassi, per creare concorrenza al ribasso con gli italiani e per togliere diritti ai lavoratori abbassando la dignità e gli stipendi. Gli immigrati sono solo un arma di distrazione, un falso problema. Come veniamo usati noi quando ci dividiamo in fazioni schierandoci tra i vari partiti politici così sono adoperati per creare contrasti, aizzarci l'uno contro gli altri da politici ottusi. Anche perché dietro questi flussi di migranti ci potrebbe essere la mano invisibile di qualcuno come George Soros. Uno dei più grandi speculatori finanziari della storia. Oppure è l'attuazione del "piano Kalergi", fautore di una società multietnica. Se è giusto ammettere che non possiamo accogliere tutti è pur vero che dobbiamo permettere a quella gente di avere un motivo per rimanere nella loro terra, creare condizioni stabili e di prosperità nei loro paesi. Li abbiamo sfruttati nel corso dei secoli per mantenere il nostro benessere e ora ne paghiamo le conseguenze.
Ci siamo mai chiesti veramente cosa
spinge questi esseri umani ad abbandonare la loro terra, i loro
affetti, ed intraprende un lungo viaggio rischiando la vita, finendo vittime di aguzzini senza scrupoli a cui devono elargire cospicue somme di denaro, per poi. attraversare il deserto e infine il mare su imbarcazioni di fortuna. E una arrivati qui diventato guadagni per le cooperative. Dietro tutto questo c'è una
disperata speranza in un futuro migliore. Non possiamo comprendere cosa hanno visto quegli
occhi, quanto il loro cuore ha tremato per gli orrori della guerra
e per quanti giorni hanno patito la fame. Molti sono ragazzi giovani e aitanti notano alcuni. Ma cosa cambia?
Se nel loro paese non hanno futuro? Non hanno diritto ad una
possibilità come tutti? Solo per il fatto di essere nati in quei luoghi la loro vita deve
essere destinata alla miseria? Qualcuno può reputarsi padrone del mondo ed impedire la libertà di sognare? Io provo stima per chi non si arrende
al proprio destino e lotta per la propria vita. Scappano anche se le loro terre sono ricche di vegetazione e di una varietà di fauna
incredibile, traboccano di giacimenti di gas e di petrolio, di materie prime, di metalli preziosi. Nonostante queste condizioni favorevoli non riescono a vivere degnamente. Il motivo è lo stesso per cui i ragazzi italiani sono costretti ad andare all'estero. Per
colpa dell'incapacità e corruzione della classe dirigente che invece
di incentivare le condizioni per creare ricchezza per i cittadini lo fa solo per le
multinazionali e cooperative di partito. La ricchezza è
nelle mani di pochi. Hanno una mentalità diversa dalla nostra, non
possono integrarsi, contestano molti. Beh fino agli anni '70 anche noi avevamo una
mentalità da sharja. L'arretratezza economica e strutturale di un
paese non permette lo sviluppo culturale dello stesso. Se non c'è
benessere lo sviluppo delle idee è limitato perché tutte le energie
sono usate per sopravvivere. Ora capite perché ci tengono ad un
livello economico appena sufficiente per vivere, così, presi dai
problemi quotidiani non abbiamo tempo per sviluppare un pensiero nuovo. Lì come in Italia la classe dirigente corrotta ha svenduto
la ricchezza del territorio alle multinazionali e piccoli gruppi
locali di potere, che sfruttano l'immensa ricchezza a disposizione in cambio di royalty ridicole e di mazzette per i politici locali, nelle
tasche dei cittadini arrivano pochi spiccioli. Si arricchiscono solo in pochi e il resto muore di fame. Se aggiungiamo che alcuni paesi
vengono anche destabilizzati sistematicamente con guerre, vedi Iraq,
Siria e Libia il quadro è completo. Ciò avviene perché quelle zone devono cambiare gestione, passando
sotto il controllo di presidenti fantocci e compiacenti, che affidino lo sfruttamento delle risorse a multinazionali, la ricostruzione alle grandi compagnie edili americane ed europee. Alcuni paesi non hanno ricchezze da esportare e vengono dimenticati da tutti. Perché nessuno stato combatte i terroristi islamici in Sudan? Perché lì non c'è niente da depredare. Al massimo si può ricavare qualcosa dalla vendita delle armi. Ma
perché non si ribellano a questa situazione? Perché ogni tentativo di ribellione viene soffocata nel
sangue. I diritti civili e umani non sono garantiti, in quei paesi la tortura è uno strumento largamente abusato, come ci ricorda la fine del povero Regeni. L'Onu è uno strumento
pressoché inutile in queste faccende. Avete mai visto ribellioni in Italia durante il
fascismo? Solo quando il regime è stato indebolito dalla guerra i partigiani hanno avuto la possibilità di combattere alla pari.
Ricordiamoci che siamo stati dei migranti anche noi italiani e non tutti hanno dato lustro alla nostra nazione.
Tra i migranti potrebbero nascondersi delinquenti e terroristi. Ma la paura non può fermare la solidarietà. Mi spaventa di più la delinquenza
locale, mi preoccupa maggiormente la droga che ogni anno fa più morti del terrorismo, le mafie, i politici
corrotti, l'abuso di potere, l'infiltrazione massonica negli apparati statali. Questi sono i miei
nemici. Se il terrorista ti uccide una sola volta la
criminalità e la cattiva amministrazione ti uccide tutti i giorni.perché ogni giorno ci ruba un pezzo di libertà e di futuro. L'immigrazione può dare uno scossone al nostro torpore. Il migrante ci insegna a lottare, a non arrenderci, a sperare. Quando considereremo l'immigrato come un alleato nella lotta contro il potere invece che un nemico allora avverrà la vera rivoluzione. Se non proviamo un minimo di compassione verso gli immigrati
rischiamo di perdere qualcosa di più di qualche euro, rischiamo di
perdere il senso di umanità e fratellanza.
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