1) Costruirono città
colossali con terre e metalli rari. Servendosi dei fuochi vomitati,
della terra bianca delle montagne e
della terra nera, formarono le loro immagini, in grandezza naturale e a loro somiglianza, e
le adorarono.
2) Eressero grandi
statue, alte nove yatis, taglia del loro corpo. Fuochi eterni avevano
distrutto il Paese dei loro Padri.
L’Acqua minacciava la Quarta.
3) Vennero le prime
grandi acque. E inghiottirono le sette grandi isole.
4) Tutti i santi furono
salvi e gli empi distrutti. Con loro perì la grande maggioranza
degli enormi animali prodotti
dal sudore della terra.
Commentario alla Stanza XI
1) Costruirono città
colossali con terre e metalli rari. Servendosi dei fuochi vomitati, della terra bianca delle
montagne e della terra nera, formarono le loro immagini, in grandezza naturale e a loro somiglianza, e le adorarono. Nascono le prime civiltà
e le prime aggregazioni urbane. Siamo, probabilmente, parecchie migliaia d'anni indietro
rispetto alle civiltà storiche. Nascono vere e proprie
città che questa perduta civiltà edificò con pietre e metalli
rari, non meglio specificati nel
testo. Ci può ancora dare una
traccia Platone che, nel "Crizia", ci narra come fosse
usato per rivestire i templi e le
mura delle città atlantidee un materiale lucente che lui chiamò "oricalco". "...e quel metallo
che ora solo si nomina, allora era più che un nome, l'oricalco, che
in molti luoghi si scavava dalla
terra, ed era a quel tempo il più prezioso dopo l'oro." "Crizia, cap. VIII" Ricerche moderne
avrebbero identificato quel metallo nell'ottone o in una lega di
zinco, stagno e rame. Ma qui
Platone sembra parlarne come di un vero e proprio metallo ricavato da cave o miniere. Usando pietre calcaree
(marmo) e pietre vulcaniche (basalto), costruirono immagini statuarie antropomorfe e
le adorarono. Potrebbe essere questa la prima forma d'idolatria.
2) Eressero gr andi
statue, alte nove yatis, taglia del loro corpo. Fuochi eterni avevano distrutto il Paese dei
loro Padri. L’Acqua minacciava la Quarta. Nove yatis corrispondono
ad una misura di circa 8 metri e antiche statue colossali ancora oggi sono presenti in
diverse zone del pianeta. A parte gli ormai noti Moai dell'isola di Pasqua, posso menzionare
le grandi statue di Bamian, nell'Asia centrale, (ormai purtroppo cadute anch'esse vittime
dell'ignoranza) in cui alcuni studiosi hanno voluto veder raffigurato il Buddha, ma
che le tradizioni locali vogliono molto più antiche. Sono forse i giganti presenti nelle
mitologie di molti popoli? Certo è che le statue di
popoli così distanti sia geograficamente sia culturalmente, hanno in comune, oltre le grandi
dimensioni, anche le lunghe orecchie. Secondo antiche
tradizioni asiatiche e polinesiane, questa era la caratteristica di
un'antica Razza ormai scomparsa. Il
fatto che anche Buddha sia rappresentato in quel modo, è solo una trasposizione
successiva di più antichi miti. Le lunghe orecchie erano
simbolo di saggezza, in quanto all’illuminato (o comunque un essere superiore), una
volta pervenuto alla conoscenza assoluta, non sfuggiva nulla. Quest'antica tradizione
la ritroviamo nei riti tribali d'alcuni popoli (alcune popolazioni mongole dell'Asia
centrale ed i Masai africani, tanto per citarne qualcuno) che
s'allungano artificialmente i lobi
delle orecchie quale segno di distinzione e supremazia sociale. Il paese dei loro padri
patria della Terza Razza Madre, probabilmente il mitico “MU”, fu
distrutto dal fuoco. Potrei a questo punto
citare il mito greco di Fetonte, così come narrato da Platone nel Timeo. "Una volta Fetonte,
figlio del Sole, avendo aggiogato il carro del padre, per non essere capace di condurlo per la
via del padre, bruciò tutto sulla terra ed egli stesso perì fulminato...". Questo mito greco, come
altri miti, potrebbe essere visto come trasposizione mitologica d'antichi eventi
trascorsi. Sulla Terra, e questo è
stato provato scientificamente, vi sono delle periodiche estinzioni
di massa dovute,
probabilmente, a dei grandi cambiamenti geologici e climatici. E
quello descritto nella Shloka,
come anche nel mito di Fetonte, potrebbe essere uno di questi. Ora la Quarta Razza
(l'Atlantidea) era minacciata dalle acque.
3) Vennero le prime
grandi acque. E inghiottirono le sette grandi isole. E' il Diluvio che
sommerse e fece sprofondare l'Atlantide, probabilmente quello che le leggende di diversi
popoli e Testi Sacri hanno tramandato con il nome di "Diluvio Universale". Troviamo infatti questa
tradizione in popoli lontani tra loro sia geograficamente sia culturalmente. In tutti i
racconti comunque si narra come vennero delle grandi acque che sommerso la terra e come
si salvò solo una persona con la sua famiglia e gli animali che ripopoleranno la terra
quando questa sarà di nuovo asciutta. Non starò qui a narrare
i vari racconti biblici, sudamericani, mesopotamici, egiziani, ecc.,
ma posso accennare ad un dato che
accomuna popoli distanti tra loro. Per gli Aztechi il loro
popolo discese da un nucleo che scampò ad una catastrofe che
distrusse una terra che
era situata nell'Atlantico. Il nome di questa terra era Aztlan. Per i Vichinghi la sede
del Valhalla era a sud-ovest, nell'Oceano Atlantico, in una terra meravigliosamente fertile
ed assolata, terra di dei ed eroi. Il nome di questa terra era Atlan. Nell’antichità le
popolazioni berbere, considerate come discendenti di un’antica
civiltà posta ad occidente erano
chiamati Atlantoi. I Baschi ritengono di
provenire da una terra che essi chiamavano Atlaintika e che per i Portoghesi si chiamava
Atlantida.
4) Tutti i santi furono
salvi e gli empi distrutti. Con loro perì la grande maggioranza degli enormi animali
prodotti dal sudore della terra. Si può ravvisare quasi
un sintomo di ciclicità, se si fa un confronto con quanto è scritto nell'Apocalisse, in cui
verrà salvata solo la parte più meritevole dell'umanità. Qui, più che una sorta
di "castigo divino", potrei ipotizzare che la distruzione
del continente, oltre ad un
evento naturale 2, potesse essere stata anche causata dal cattivo uso che gli Atlantidi fecero
delle loro conoscenze (e quindi delle "Leggi Divine" che
regolano i fenomeni della natura). Gli Atlantidi erano
riusciti ad accedere a queste energie, riuscendo a controllarle per
loro beneficio. Poterono
attuare ciò tramite l'uso dell'energia che è propria delle forme e
che sfruttarono costruendo
quelle che si potrebbero definire "macchine litiche". Testimonianza ne è
rimasta nelle strutture megalitiche e nella Grande Piramide. L'uso indiscriminato ed
incontrollato di queste energie da quella parte d'uomini che volevano usarle solo per
gratificare il potere personale (cosa che, in modo diverso, sta di nuovo accadendo oggi),
provocò lo squilibrio nelle energie che equilibravano la natura, causando gli immensi
sconvolgimenti che portarono alla distruzione del continente ed allo sconvolgimento di gran
parte delle terre emerse. Perirono nel cataclisma
coloro che l'avevano provocato, accecati fino alla fine dalla loro sete di potere. Ebbe
invece modo di salvarsi quella parte d'umanità che, mantenendo la saggezza, comprese ciò
che stava per accadere. E ritroviamo qui i vari
"Noè", comuni a molte tradizioni, che scamparono al
Diluvio.
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