Stanza II

1) Dove erano i Costruttori Divini, luminosi figli dell’Aurora manvantarica? Nella Tenebra ignota, nei loro Ah-Hi Paranishpanna. I produttori della forma e della non forma - la Radice del Mondo - Devamatri e Svâbhâvat, riposavano nella beatitudine del Non-Essere.
2) Dove si trovava il Silenzio? Dove erano gli orecchi per percepirlo? No; non vi era né Silenzio né Suono; nulla salvo l’incessante Alito Eterno, che non conosce se stesso.
3) L’Ora non era scoccata, e il Raggio non aveva dardeggiato nel Germe; la Matripadma non era ancora diventata turgida.
4) Il suo cuore non era ancora aperto per lasciare entrare il Raggio Unico e quindi cadere, come il Tre nel Quattro, nel grembo di Maya.
5) I Sette non erano ancora nati nella Trama di Luce. Le Tenebre sole erano Padre e Madre, Svâbhâvat; e Svâbhâvat era nelle Tenebre.
6) Questi due sono il Germe e il Germe è Uno. L’Universo era tutt’ora celato nel Pensiero Divino e nel Seno Divino.

Commentario alla Stanza II

1) Dove erano i Costruttori Divini, luminosi figli dell’Aurora manvantarica? Nella Tenebra ignota, nei loro Ah-Hi Paranishpanna. I produttori della forma e della non forma - la Radice del Mondo - Devamatri e Svâbhâvat, riposavano nella beatitudine del Non-Essere. Viene qui ancora descritto lo stato iniziale d’immanifestazione. Non erano ancora presenti gli Spiriti Divini (I Sette Sublimi Signori della sh. 6 della Stanza precedente), che avrebbero in seguito guidato le varie fasi della formazione. Giacevano ancora immanifesti nell’Aurora che precede l’Alba del nuovo periodo (Mahanvantara). Giacevano inconsci in quella sconosciuta tenebra primordiale, transizione tra due periodi di manifestazione, rinchiusi in potenziali forme non ancora manifestate (Ah-Hi Paranishpanna). Queste forme erano però anch’esse, similmente allo stato di questo proto- Universo, il risultato finale della precedente manifestazione (Paranishpanna). Evoluzione di forme durata eoni, ed ora di nuovo racchiuse nell’immanifesto nucleo che è transizione tra due successivi universi. Coloro che avrebbero dovuto produrre le forme intangibili e tangibili dell’Universo (ovvero le cause, la “radice” del Tutto), giacevano ignari, inconosciuti ed immanifesti nel Non-Essere. Non erano ancora manifeste le forme intangibili (Devamatri), ossia quelle energie che stanno alla radice delle cause, né la protomateria (Svâbhâvat), il protile o materia indifferenziata, che sta alla base della materia fisica primordiale.
2) Dove si trovava il Silenzio? Dove erano gli orecchi per percepirlo? No; non vi era né Silenzio né Suono; nulla salvo l’incessante Alito Eterno, che non conosce se stesso. Non vi era né silenzio né suono. E’ ancora ribadita l’assenza dell’unione tra i due opposti. Non é ancora stato dato inizio al mondo della dualità e della contrapposizione e Tutto era Uno. In particolare, per quanto riguarda il suono, questi era la vibrazione generatrice (AUM) che avrebbe dato moto e vita all’Universo 1. Solo era presente l’Alito eterno: l’Energia Madre eterna generatrice.
3) L’Ora non era scoccata, e il Raggio non aveva dardeggiato nel Germe; la Matripadma non era ancora diventata turgida. Ancora non é giunto il momento dell’inizio della manifestazione. Qui per “Germe” si intende il principio attivo della formazione, ed il Raggio è il principio vitale che l’avrebbe portato alla manifestazione. E’ la proto energia latente dell’Universo che é in attesa dell’impulso iniziale per dare vita alla Creazione. Per “Matripadma” (da matri = madre e padma = loto), viene inteso il principio generatore che avrebbe dato luogo alla manifestazione. Quell’insieme di proto materia e proto energia indifferenziate dal quale sarebbe nato l’Universo.
4) Il suo cuore non era ancora aperto per lasciare entrare il Raggio Unico e quindi cadere, come il Tre nel Quattro, nel grembo di Maya. L’Universo non era ancora pronto a ricevere il Germe di Vita. L’ “Uovo Primordiale” dal quale sarebbe scaturito non era ancora maturo per poter ricevere il “Raggio”, ossia quell’Energia che gli avrebbe permesso di nascere dando luogo al fenomeno noto alla scienza come “Big-Bang”. Nell’espressione del cadere del tre nel quattro è racchiuso il concetto della trasmutazione dell’energia in materia. La Causa Prima che avrebbe generato la materia é data, dottrinalmente, dal numero tre. Essa é rappresentata, in tutte le iconografie, dal triangolo. Questa figura rappresenta con il vertice l’Unità da cui si genera la manifestazione: il mondo duale delle cause e degli effetti (rappresentato dai due segmenti che si distaccano dal vertice) ma ciò, per potersi attuare, abbisogna di un terzo fattore aggregante: l’ente catalizzatore mediante il quale si attua la generazione della materia dall’energia. Tramite questo fattore, l’Energia cade nella Materia, rappresentata simbolicamente dal numero quattro. “Il Tre cade nel Quattro”, dando vita al mondo transitorio, e quindi illusorio, delle forme materiali, quello che per le dottrine orientali è detto il mondo delle illusioni: il mondo di Maya. Mondo delle illusioni in quanto tutto ciò che é transitorio non può essere stabile, non può essere ciò che ” E’ ”. (Chi volesse trasporre questo concetto nelle leggi della fisica potrebbe vedere nel tre le tre forze: nucleare, elettromagnetica e gravitazionale, la cui interazione dà luogo alla materia).
5) I Sette non erano ancora nati nella Trama di Luce. Le Tenebre sole erano Padre e Madre, Svâbhâvat; e Svâbhâvat era nelle Tenebre. I Sette sono i “Sette Sublimi Signori” già nominati in precedenza. Nelle tenebre primordiali, nelle quali erano unite tutte le forze in un unica forza indifferenziata, era presente anche la forza che avrebbe generato la proto materia (Svâbhâvat).
6) Questi due sono il Germe e il Germe è Uno. L’Universo era tutt’ora celato nel
Pensiero Divino e nel Seno Divino. Padre-madre (della Stanza 1 Shloka 5), rappresentati dal germe in quanto forze generatrici dell’Universo, sono Uno. L’energia vitale era ancora racchiusa nel principio originario. L’Universo, non ancora giunto alla manifestazione, non può ancora dar luogo al mondo delle idee. Il pensiero che precede l’idea dell’Universo e dal quale questa procede, é ancora nascosto nel Pensiero Divino. Per capire come Esso possa generare l’Universo, può essere d’aiuto fare un ragionamento di carattere filosofico. L’Assoluto non può usare per formare l’Universo nulla che sia al di fuori di Sé, in quanto tutto deve esistere in seno ad Esso, o perderebbe la qualità di Assoluto. Non può d’altronde neanche trarre la materia, o energia, da una parte di sé, in quanto l’Assoluto è il Tutto inscindibile e quindi nulla Gli si può togliere od aggiungere. L’unica possibilità che è consentita è un atto mentale. Quindi l’Universo, visto secondo quest’ottica, deve necessariamente essere frutto di un Pensiero Divino. In pratica, il Pensiero Divino é il Principio e la conclusione dal quale provengono ed al quale pervengono tutte quelle monadi spirituali che hanno attuato il loro percorso evolutivo nel corso del Mahanvantara e, di conseguenza, tutto ciò che fa parte, manifesto od immanifesto, dell’Universo. Esso é un tipo di energia cosciente che é immanente all’Universo e quindi prescinde da ogni sua manifestazione, pur facendone integralmente parte.

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