Sembrano due mondi diversi e inconciliabili, lontani nel tempo e nello spazio, tuttavia queste due arti ancestrali hanno molte cose in comune.
Lo sciamanesimo nasce nell'Asia centrale migliaia di secoli fa. Addirittura si ipotizza che le prime forme di spiritismo o animismo sciamanico risalgono a 150.000 anni fa.
La meditazione, come la concepiamo oggi, codificata e disciplinata si sviluppa nel corso dei secoli, anch'essa in Asia, e affonda le sue radici nelle Upanisad, un insieme di testi filosofici e religiosi indiani, scritti attorno al IX o VIII secolo a.C., dove la meditazione viene espressa col termine sanscrito dhyana, ossia visione. Tuttavia è lecito ipotizzare che forme di meditazione non ancora formalizzate possano essere molto più antiche.
Troviamo tracce e testimonianze sia di sciamanesimo che di forme ascetiche e meditazione in altre parti del mondo, dalle Americhe all'Oceania, passando per l'Europa e l'Africa.. Come se queste due arti fossero un vero e proprio patrimonio culturale dell'umanità.
La meditazione e lo sciamanesimo sono due vie che permettono di acquisire nuove informazioni, guarire da malattie dovute a squilibri psichici ed energetici, accumulare potere (sciamanesimo) o energia (meditazione), entrare in uno stato di trance (nello sciamanesimo anche tramite l'uso di allucinogeni) e collegarsi con altri mondi ed entità, ciò che nello sciamanesimo è definito "il mondo degli spiriti".
Entrambe le arti lavorano con l'energia, insegnano come connettersi con essa, accumularla, manipolarla, indirizzarla ed evitare che ti ritorni indietro. Proteggerti dalle energie emanate dagli altri, soprattutto quelle negative, come l'odio, l'invidia, il pessimismo, la sfiducia, è fondamentale per mantenere integro il proprio sistema energetico (chiusura dei chakra).
La meditazione offre metodi per pulire l'aura, e alcune strategie comportamentali consentono di difendersi contro questi attacchi. Importanti sono anche le tecniche che riescono a proteggerti durante i viaggi astrali e l'incontro con gli spiriti guida, non sempre benevoli (meditazione), oppure durante le connessioni spirituali con altri esseri e vere e proprie possessioni (viaggio sciamanico).
Lo sciamanesimo consiglia metodi per non farsi rubare il potere accumulato. Carlos Castaneda, nei suoi libri enuncia questo concetto come uno dei pilastri della "dottrina sciamanica". Per un vero sciamano vivere nel mondo e al contempo fuori dal mondo è una prerogativa irrinunciabile se vuole conservare il proprio potere personale. Chi pratica meditazione sa che in determinate circostanze deve estraniarsi in un altro mondo se vuole conservare la propria energia e non disperderla inutilmente.
Il contatto con gli spiriti dei defunti rappresenta uno degli aspetti fondamentali dello sciamanesimo. Consultare gli spiriti degli antenati è importante per mantenerne inalterato il ricordo e per carpire informazioni dall'aldilà.
Sciamanesimo e meditazione si propongono di raggiungere uno stato alterato della coscienza, o per meglio dire uno stato superiore della coscienza, per cogliere intuizioni e sviluppare una piena consapevolezza di sé e della realtà.
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