Conoscere il futuro è sempre stato uno dei più grandi desideri degli esseri umani. Attraverso oroscopi, veggenti, profeti e tecniche di visualizzazione tipiche dei medium, l'uomo, vittima consapevole della caducità della vita, ha cercato di conoscere gli eventi futuri. Nella storia umana profeti e veggenti, da quelli biblici più famosi come Isaia, Daniele, Ezechiele, e l'apocalittico Giovanni, fino a quelli recenti come Edgard Cayce, Alice Bailey, i pastorelli di Fatima e i discussi veggenti di Medjugorie, passando attraverso profezie famose come quelle di San Malachia, altri santi cristiani, e del celebre astrologo di corte Nostradamus.
Ma cosa permette queste capacità precognitive? Se per quanto riguarda i profeti e i veggenti ciò è merito di un intervento divino, operante attraverso visioni o mediante il sogno, per gli altri invece questa facoltà è frutto di capacità psichiche e spirituali innate o affinane nel tempo. Per quanto riguarda questi ultimi la spiegazione potrebbe risiedere proprio nel cervello.
Uno studio
olandese, pubblicato su Nature Communications dalla Radboud
University di Nimega, ha scoperto l'esistenza di alcuni neuroni, denominati ‘Nostradamus’, capaci di prevedere il futuro.
Si trovano nella corteccia visiva,
che elabora le informazioni sensoriali provenienti dagli occhi, e
sono in grado di anticipare gli eventi futuri (ad esempio la
traiettoria di un’auto mentre attraversiamo la strada) basandosi
sulle esperienze del passato. Una serie di calcoli in grado
di riprodurre nella più piccola frazione di secondo una realtà
che ancora deve realizzarsi. Niente magia, quindi, solo un altro
incredibile e sconosciuto potere della nostra mente.
Per scovare l’area del cervello che
anticipa il futuro, i neuroscienziati hanno monitorato l’attività
cerebrale di alcuni volontari impegnati a guardare un puntino bianco
in rapido movimento da sinistra verso destra su uno schermo. Le
immagini raccolte con la risonanza magnetica funzionale dimostrano
che nel cervello si accende una serie di neuroni che rispecchia
il movimento del puntino sul display.
Questo fenomeno si verifica anche
quando sullo schermo viene mostrato solo il movimento iniziale del
puntino bianco nella parte sinistra dello schermo: a sorpresa, i
neuroni della corteccia visiva si accendono non solo per
rappresentare la reale posizione del puntino vista sullo schermo, ma
anche il suo cammino previsto in base alle osservazioni fatte in
precedenza.
“Questi risultati – spiega il
coordinatore dello studio, Matthias Ekman – dimostrano
che ci creiamo delle aspettative riguardanti gli eventi imminenti, e
che la corteccia visiva può completare la sequenza anche sulla base
di un input parziale”. Il potere predittivo di questi neuroni si è
confermato anche quando ai volontari è stato chiesto di focalizzare
l’attenzione su una lettera che cambiava sullo sfondo dello
schermo, dietro al puntino in movimento. “Ciò significa che
la corteccia visiva predice questi eventi anche quando spostiamo
l’attenzione altrove”, sottolinea Ekman. “Il fatto che la
previsione sia indipendente dalla nostra attenzione, indica che
probabilmente si tratta di un processo automatico”.
Questa scoperta evidenzia ancora una volta come ben poco conosciamo il potenziale del nostro cervello e come esso funziona. Le capacità extrasensoriali e di preveggenza potrebbero derivare da pratiche ed esercizi spirituali, come la meditazione e l'ascetismo, ma potrebbero anche essere agevolate da una predisposizione neuronale. Oppure proprio determinate pratiche che puntano ad aumentare le capacità cognitive potrebbero influire modificando e migliorando la funzionalità cerebrale.
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