Il popolo ha vinto, ha ottenuto ciò che voleva, il ritiro del decreto "salva-corrotti". Tutto questo non succede in un Italia ormai depressa ed inerme davanti alla prepotenza della politica. Accade in Romania, dove 300 mila persone sono scese in piazza per sei giorni consecutivi a Bucarest per protestare contro l'approvazione di un decreto che avrebbe permesso ai corrotti di salvarsi. Ma adesso le manifestazioni di dissenso proseguono, il popolo chiede le dimissioni dell'intero governo per mancanza di credibilità, a Bucarest continuano ad arrivare giovani da ogni parte della Romania. Intanto il premier non molla, trincerato in parlamento prepara una nuova legge sulla corruzione, protetto dalla polizia ed esercito.
In Italia invece tutto tace, non ricordo manifestazioni di questo tipo dopo l'approvazione del jobs act o dopo l'insediamento dell'ennesimo governo fantoccio a seguito dell'esito del referendum del 4 dicembre. Con tassi di disoccupazione giovanile del 40% e la povertà che aumenta restiamo inermi. Dove sono le manifestazioni di quel 40%? I giovani dove sono? E i loro genitori? E la gente che ha visto dimezzato il proprio potere d'acquisto? Possibile che si sono arresi e rassegnati?
Le manifestazioni in Italia avvengono per categoria, pensionati, disoccupati, agricoltori. Ma non servono a niente. Protestare divisi dove ognuno cerca di ottenere qualcosa per la propria parte che rappresenta non risolve il problema di fondo. Una manifestazione di mezza giornata passeggiando per Roma non ha senso. Bisogna essere partecipi anche delle esigenze e problemi degli altri. Serve compattezza e risolutezza per ottenere risultati efficaci e duraturi. Lasciamoci travolgere dal vento dell'est portatore di coraggio e speranza.
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