giovedì 23 febbraio 2017

Rothschild, massoneria e questione meridionale

La questione meridionale è sempre stata la spina nel fianco di tutti i governi che si sono succeduti dall'unità d'Italia in poi. Attualmente con la crisi economica e la disoccupazione giovanile al 40% il problema è diventato sempre più pressante. Eppure c'è stato un tempo in cui il Sud era un territorio ricco e florido. Alla vigilia dell’Unita d’Italia, circolavano nella Penisola 667 milioni di ducati, cosi divisi: 22 in Lombardia, nel Parmense, nel Modenese e a Venezia, 85 in Toscana ,90 negli Stati pontifici, 27 nel Regno sardo-piemontese, e 443 nel Regno delle Due Sicilie. Dopo "l’impresa" di Garibaldi, la quasi totalità della ricchezza "napoletana" andò al Piemonte, e Camillo Benso conte di Cavour poté saldare i suoi enormi debiti con i Rothschild. Questa famiglia di banchieri di origine austriaca, elevata a baronia, deve le sue fortune ed immense ricchezze a speculazioni finanziarie ed investimenti, e sopratutto ai prestiti di denaro elargiti verso vari Stati in guerra tra loro. Col tempo i Rothschild hanno assunto il controllo del mercato infiltrando i loro uomini di fiducia nei ruoli di potere internazionale. 
Il Regno borbonico fu depredato di quasi tutte le sue sostanze (il Banco di Napoli aveva una riserva aurea superiore quasi quattro volte a quelle di tutte le altre banche italiane messe assieme) in modo da consentire ai piemontesi il monopolio della spesa pubblica e quindi il successivo sviluppo delle industrie e dello status socio-economico. Con Londra, Parigi e Vienna, Napoli era una delle più importanti città europee. Il suo sviluppo industriale era il 3˚ in Europa, e la sua flotta la più potente del continente dopo quella inglese. A seguito dello spaventoso e improvviso impoverimento, si determino un fenomeno nuovo per il Sud: l’emigrazione. A milioni lasciarono le proprie terre per andare a cercar fortuna Oltreoceano. L'Italia è nata dal volere della massoneria europea. Il Regno britannico, con la sua politica imperiale espansionistica che tanti danni ha fatto nel mondo e di cui ancora oggi se ne pagano le conseguenze, ebbe più di una ragione per promuovere la fine di quello napoletano e liberarsi di un soggetto politico-economico divenuto scomodo concorrente, non ultimo il controllo del mar mediterraneo e delle rotte commerciali. 
Garibaldi, Il simbolo del risorgimento, oltre ad essere un mercenario era anche un massone di 33º grado appartenente al Grande Oriente d'Italia e per un breve periodo ricoprì persino il ruolo di Gran Maestro. L'impresa dei mille, quasi miracolosa e tanto elogiata come esempio di patriottismo, riuscì solo grazie ai finanziamenti dei Rothschild. Con i loro soldi i Savoia corruppero gli alti ufficiali dell’esercito borbonico che alla vista dei mille batterono in ritirata, consentendo così la disfatta sul campo. Dunque non ci fu mai una vera battaglia, infatti molti ufficiali dell’esercito borbonico furono condannati per alto tradimento. 
Anche Mazzini fu un massone di alto rango, come testimonia la sua corrispondenza segreta col generale e scrittore statunitense Albert Pike, massone anch'egli. In queste missive Pike annuncia le cause che porteranno allo scoppio delle due guerre mondiali e della terza che dovrà avvenire. 
L'altro protagonista del risorgimento italiano, Camillo Benso conte di Cavour, non è stato da meno in quanto ad opportunismo. Cavour e gli stessi Savoia avevano ormai messo in ginocchio l’economia piemontese, si erano indebitati verso i Rothschild per svariati milioni e divennero in breve tempo due burattini nelle loro mani. Una prova dell'appartenenza di Cavour alla massoneria arriva dai verbali della Loggia Azione e Fede di Pisa, conservati nell'archivio del Grande Oriente d'Italia, a Villa Medici del Vascello, a Roma. Il 29 giugno 1861, ventitré giorni dopo la morte del protagonista risorgimentale, la loggia pisana si riuniva per commemorare la memoria dell'illustre affiliato. Nei verbali segreti dell'adunanza si discusse sugli ''onori'' da rendere a Cavour, ma poiché era ''passato già molto tempo dalla morte'' e lo stato delle finanze della loggia era ''poco florido'', i ''fratelli'' concordarono che era meglio non fare il ''funerale'' massonico. I documenti conservati a Villa Medici del Vascello non chiariscono a quale loggia fosse iscritto Cavour, mentre rivelano che quella di Pisa (di tendenze repubblicane) era apertamente ostile alle tendenze moderate del grande statista. 
Se sono questi gli "eroi", i "padri fondatori" della nazione significa che l'Italia non è nata sotto i migliori auspici. Non fraintendete, non sono mancati veri eroi, sognatori e combattenti, che avevano come ispirazione uno Stato unitario. Ma le vere ragioni che hanno portato all'Unità d'Italia non sono così nobili. 
La mafia e le altre organizzazioni simili sono state create dal potere centrale italiano appena istituito dapprima per controllare il Sud e contrastare tentativi di ribellioni contro il nuovo stato nascente, e poi per intimidire, uccidere e rastrellare denaro con furti, estorsioni e rapimenti. Queste organizzazioni erano dunque il braccio armato della massoneria e in parte anche dello Stato. Gli intrecci tra politica, massoneria e criminalità organizzata ci sono sempre stati e continuano tutt'oggi. Mi chiedo sempre come mai nessun governo sia mai riuscito a debellare il fenomeno mafioso e lo spaccio di droga con cui quest'ultimo si finanzia. La risposta è ovvia: manca la volontà politica. La droga è un arma per fiaccare, inebetire e rendere docili le persone. 
La P2 fu fondata nel 1877 con il nome di Propaganda massonica. Questa era una loggia massonica aderente al Grande Oriente d'Italia. Nel 1981 grazie ad un'inchiesta della magistratura fu scoperta la lista degli affiliati alla loggia che comprendeva esponenti sei servizi segreti (Sismi e Sisde), politici, militari di alto grado, giornalisti, imprenditori, magistrati, faccendieri e banchieri coinvolti anche nello scandalo dello IOR (la banca vaticana). 
L'organizzazione Gladio era un'organizzazione paramilitare clandestina italiana promossa dalla NATO e organizzata dalla CIA (Central Intelligence Agency) per contrastare una ipotetica invasione dell'Europa occidentale da parte dell'Unione Sovietica e dei paesi aderenti al Patto di Varsavia, attraverso atti di sabotaggio, guerra psicologica e guerriglia con la collaborazione dei servizi segreti e di altre strutture. Questa era la cosiddetta "strategia della tensione" sostenuta dagli Stati Uniti d'America per «impedire al PCI, e in certo grado anche al PSI, di raggiungere il potere esecutivo nel paese.
Oggi come ieri in Italia sono i poteri occulti che comandano, le leggi sono votate in parlamento ma scritte dalle varie lobby e corporazioni. Ormai schiavi dell'Unione monetaria e occupati militarmente da basi Nato e americane, possiamo definirci davvero uno stato sovrano? Finché saremo uno stato ricattabile dal debito pubblico, infiltrato da massoni e potenze estere e avremo politici conniventi con la criminalità non potremo aspirare a condizioni di eguaglianza e l'inno di Mameli sarà cantato con ardore solo durante una partita di calcio.


Stemma famiglia Rothschild

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