Simon Mago e gli Esseni
Molti studiosi che si sono occupati
della storia delle prime comunità cristiane hanno avanzato in
maniera velata l’ipotesi di una discendenza diretta
delle prime comunità gnostiche dalla antica comunità essena guidata
da Giacomo, fratello di Gesù.
Queste ipotesi trovano un riscontro
preciso nelle Recognitiones di Clemente, un’opera scritta tra il
65 e il 70 d. C., dove troviamo scritto che, al termine di un
discorso di Giacomo nel tempio di Gerusalemme, Paolo di Tarso è
entrato nel tempio tuonando contro gli Esseni di Giacomo perché
erano passati dalla parte di Simon Mago, uno dei primi grandi maestri
gnostici:
Si era proprio giunti al momento che
stavano per essere battezzati quando un tale, – si tratta di Paolo
di Tarso – nostro nemico, entrando con altri pochi nel tempio
cominciò a gridare: “Ma che state facendo, o israeliti? Perché vi
fate ingannare con tanta facilità? Perché vi lasciate accalappiare
sconsideratamente da una banda di disgraziati, ingannati da Simon
Mago?” (Recognitiones, I, 70)
Le Recognitiones raccontano che Paolo
in quell’occasione ha cercato addirittura di uccidere Giacomo:
Nel frattempo quel nostro nemico
aggredisce Giacomo e lo scaraventa giù dalla sommità della
scalinata; ma credendolo morto si trattiene dall’infierire oltre.
(Recognitiones I, 70)
Dall’analisi di questi testi appare
evidente che Paolo di Tarso perseguitava gli Esseni di Giacomo, cioè
gli eredi diretti dell’insegnamento di Gesù, non perché
“cristiani”, ma perché avevano accolto l’interpretazione che
Simon Mago aveva dato dell’insegnamento di tipo gnostico di Gesù, il Messia di Aronne degli Esseni, e avevano rifiutato
quello dalla più chiara impronta politica, il cosiddetto
Messia di Israele degli Esseni.
Probabilmente Paolo si è convertito
alla fede dei due Messia molto prima del suo viaggio verso Damasco,
durante il quale secondo la tradizione sarebbe avvenuta la sua
“conversione”.
Il problema è che gli Esseni di
Giacomo, accogliendo l’insegnamento di Simon Mago, avevano
ripudiato il loro Messia di Israele, cioè il Cristo, e continuavano a
professare solo la dottrina esoterica di Gesù.
Paolo e i suoi seguaci probabilmente
non hanno accettato i cambiamenti avvenuti nella comunità essena e,
dopo esserne stati cacciati, l'hanno combattuta e perseguitata
violentemente, come dimostrato proprio dalla scena del massacro degli
Esseni nel tempio di Gerusalemme, guidato da Paolo e descritto nelle
Recognitiones.
Giacomo, il primo papa
Nelle Recognitiones Giacomo è definito
“pontefice” e “vescovo” di Gerusalemme.
D’altra parte è stato lo stesso Gesù
a designare Giacomo come suo successore nella guida della giovane
Chiesa:
I discepoli dissero a Gesù: “Sappiamo
che te ne andrai da noi. Chi tra di noi sarà il più grande?”.
Gesù rispose loro: “Dal luogo ove sarete, andrete da Giacomo, il
Giusto, per il quale sono stati fatti il cielo e la terra”.
(Vangelo di Tommaso)
Lo stesso Pietro fa riferimento
proprio a questa frase di Gesù in uno dei suoi discorsi riportati da
Clemente nelle Recognitiones per affermare il primato di “Giacomo e
dei suoi successori”:
Per questo dovete stare molto attenti a
non credere a nessun maestro che non vi presenti la garanzia di
Giacomo di Gerusalemme fratello del Signore, o di chiunque gli
succederà. Se uno non sale a Gerusalemme per ottenere là
l’approvazione di essere un maestro fedele e capace di predicare la
parola di Cristo, se non vi porta di là – ripeto – questa
attestazione, non dovete assolutamente credergli (Recognitiones, IV,
35).
Nei più antichi codici che riportano
la “Lettera di Clemente a Giacomo, fratello del Signore”
troviamo inoltre scritto:
Clemente a Giacomo, fratello del
Signore e vescovo dei vescovi, che regge la santa Chiesa degli ebrei
a Gerusalemme, ma anche tutte le Chiese (“sed et omnes ecclesias”)
che sono state ovunque fondate…
Questo vuol dire che:
- Giacomo, cioè il Maestro di Giustizia della comunità essena, è stato il primo “papa” della Chiesa;
- fino alla morte di Giacomo, la carica di “pontefice” – nelle Recognitiones Giacomo è chiamato appunto “pontefice”… - coincideva con la carica di “Maestro di Giustizia” della comunità essena;
- i successori di Giacomo nella carica di Maestro di Giustizia avrebbero continuato a mantenere il proprio indiscusso primato su tutta la Chiesa;
- la Chiesa delle origini nel suo complesso, per il fatto stesso di avere accolto l’insegnamento di Simon Mago che metteva l’accento sugli aspetti più marcatamente gnostici dell’insegnamento di Gesù, è stata almeno fino alla morte di Giacomo una delle prime comunità gnostiche (dico “una delle prime” perché ancora non conosciamo a fondo la storia delle origini della antica comunità mandea);
- Pietro ha tentato di sbarrare la strada a Paolo di Tarso, affermando che i fedeli non avrebbero dovuto “credere a nessun maestro che non presenti la garanzia di Giacomo”.
Lo scontro tra Simon Mago e Pietro da
un lato e il successivo riavvicinamento tra Pietro e Paolo dall’altro probabilmente erano legati ad una lotta per la successione a
Giacomo nella carica di Maestro di Giustizia, cioè di capo della
primitiva comunità cristiana, che in un primo momento ha visto
prevalere Simone e in un secondo momento Pietro, come abbondantemente
testimoniato dalle Recognitiones e dagli Atti
degli apostoli Pietro e Paolo.
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